Il 5 Novembre si avvicina, e mai come quest’anno si stanno vedendo interferenze digitali da parte di paesi considerati “ostili”. Parola di Microsoft: oggi più che mai, Russia, Iran e Cina sono all’opera per cercare di influenzare l’opinione pubblica americana e minare la fiducia nei processi democratici.
Le interferenze via digitale in vista del voto americano
La notizia preoccupa, ma non stupisce: negli ultimi mesi, il Microsoft Threat Analysis Center (MTAC) ha osservato un aumento significativo delle operazioni di influenza da parte di Russia, Iran e Cina in vista delle elezioni americane previste per il 5 Novembre. E come si può immaginare di questi tempi, la strategia è rappresentata da una combinazione di tecniche digitali sofisticate, utili ad interferire nel processo di voto. Tra queste, l’uso di deepfake per creare video falsi che sembrano autentici, campagne di disinformazione mirate a diffondere notizie false e attacchi cibernetici volti a compromettere la sicurezza delle infrastrutture elettorali.
Tra le tattiche nominate, le interferenze digitali tramite disinformazione sono particolarmente preoccupanti. Il funzionamento è semplice: utilizzando piattaforme di social media, una su tutte Facebook, gli attori stranieri diffondono notizie false e teorie del complotto per seminare discordia e sfiducia tra gli elettori americani. Una strategia che non solo mina la fiducia nel processo di voto, ma che può anche influenzare direttamente le decisioni di coloro che si recheranno alle urne il 5 Novembre.
Russia e l’uso dell’IA per potenziare le interferenze digitali
La Russia ha continuato a concentrarsi sulla campagna Harris-Walz, sfruttando video deepfake generati dall’intelligenza artificiale per diffondere disinformazione. Alcuni dei video più virali mostrano la Vicepresidente Harris in situazioni compromettenti, come fare commenti offensivi su Donald Trump o essere coinvolta in attività sospette in Zambia.
Anche se molti di questi non ottengono un enorme coinvolgimento, i deepfake dimostrano quanto i contenuti generati dall’IA stiano diventando una tattica centrale nelle interferenze digitali. La strategia russa include non solo video falsi, ma anche articoli e post sui social media creati ad hoc per creare tensioni e mettere in dubbio il sistema elettorale americano. Per usare una semi-citazione: niente di nuovo dal fronte orientale, in poche parole.
L'Iran e le operazioni di influenza cibernetica
Nonostante le crescenti tensioni in Medio Oriente, l’Iran ha trovato il tempo anche per aumentare le sue operazioni di influenza cibernetica contro gli Stati Uniti. Recentemente, gruppi iraniani hanno rubato e condiviso materiale sensibile della campagna di Trump, inviandolo a persone legate alla campagna di Biden e a media americani.
Ma c’è anche altro: gruppi come “Bushnell’s Men” stanno spingendo gli elettori americani a boicottare le elezioni, puntando sul fatto che molti candidati siano schierato a supporto di Israele. Come se tutto ciò non fosse abbastanza, le interferenze digitali di parte iraniana comprendono anche campagne di phishing e attacchi informatici volti a rubare dati e diffondere false informazioni.
La Cina e l’interesse per i candidati di secondo piano
Tra le molte opzioni a disposizione, in vista del voto a stelle e strisce la Cina ha scelto di concentrarsi su candidati repubblicani meno noti e su membri del Congresso che sostengono politiche anti-cinesi. Le tattiche includono la diffusione di messaggi controversi, come accuse di corruzione e retorica antisemita.
Anche se non sempre riescono a catturare molta attenzione, queste interferenze digitali dimostrano ancora una volta la determinazione della Cina a cercare di influenzare la politica americana in diverse direzioni. Tra le altre strategie, ci sono la creazione di falsi profili sui social media e la diffusione di fake news per manipolare l’opinione pubblica.
Vigilanza e fact-checking per combattere le interferenze digitali
In momenti di alta tensione come le elezioni, i contenuti falsi o manipolati possono diffondersi rapidamente, molto rapidamente. È quindi fondamentale che le istituzioni, i candidati, i partiti, ma soprattutto gli elettori restino vigili contro le ingerenze di tipo digitale. Non solo tramite l’ormai (giustamente) conclamato fact-checking. Come ha suggerito la stessa Microsoft nel suo rapporto, infatti, le soluzioni sono sostanzialmente tre: educare gli elettori, usare tecnologie avanzate per identificare i contenuti falsi e collaborare a livello internazionale per difendere l’integrità delle elezioni.